La Bioterapia Nutrizionale è una metodica ideata e sperimentata dalla Dottoressa Domenica Arcari Morini, che utilizza gli alimenti, le modalità di cottura e le associazioni tra i cibi a scopo terapeutico.
La metodica è basata sulla cucina tradizionale italiana. È allegra, gustosa, e per quanto possibile rispettosa dei desideri del paziente.
Il motore principale di questa metodica è lo “stimolo metabolico” che si può esercitare su un corpo; in un organismo sano gli organi che possono essere stimolati sono il fegato, la tiroide e l’intestino; il rene invece va sempre protetto.
Una delle cose che colpisce in Bioterapia Nutrizionale è che, anche in dieta dimagrante, l’uso dell’olio è praticamente libero. In questo la Arcari fu veramente all’avanguardia. Oggi è noto e risaputo che le calorie non sono tutte uguali e i grassi sono stati in certo senso “sdoganati” ma 30 anni fa la cosa era davvero dirompente.
Tutto ciò è possibile perché il maggior introito calorico viene compensato dall’attivazione del metabolismo, che quindi “brucia” di più.
La terapia nutrizionale viene stabilita a seconda della costituzione fisica, della storia clinica e delle eventuali terapie farmacologiche che il paziente assume.
La Dottoressa Arcari iniziò a studiare negli anni 60 la risposta che il corpo dava ai diversi alimenti, cucinati in modi diversi e presentati con associazioni diverse.
Pose grande attenzione alla composizione dei singoli alimenti, anche a quelli apparentemente molto simili.
Ma vediamo in pratica cosa vuol dire, con alcuni esempi.
Cavolfiori, broccoli e cime di rapa
Prendiamo ad esempio la famiglia dei broccoli, non sono mica tutti uguali!
Il cavolfiore (quello bianco) è ricco in Bromo e Calcio e scarso di Iodio; il broccolo romano (quello bello, a punta) ha una quota di Iodio maggiore, contiene più proteine ed è leggermente più ricco di Sali rispetto al cavolfiore; infine le cime di rapa (i broccoletti romani) sono ricchissimi di Sali, quali Iodio, Zolfo, Fosforo. Capite bene quindi che ci sarà una bella differenza su come queste tre verdure potranno impattare sul corpo. Ceni utilizzando come contorno un bel piatto di broccoletti affogati? La probabilità di un sonno molto disturbato sarà davvero alta.
Poi studiò l’impatto dello stesso alimento presentato con modalità di cottura diverse.
Il carciofo nelle sue declinazioni
Il carciofo crudo ha una azione diuretica e di drenaggio epatico; nel carciofo bollito aumenta la quota di zuccheri il che lo renderà un alimento di sicuro sostegno epatico ma anche in grado di creare tanta aria nella pancia; il carciofo trifolato sarà sempre di sostegno epatico ma grazie alla presenza dell’olio cotto gli zuccheri saranno mediati e quindi si formerà molta meno aria nella pancia. Infine, il carciofo panato stimolerà in modo massiccio la colecisti e il fegato; quindi favorirà il transito intestinale, anche grazie alla presenza di fibre.
Vediamo quindi quanto lo stesso alimento, proposto in modi diversi, stimola funzioni diverse.
Le funzioni del radicchio
E per finire ecco un esempio di come lo stesso alimento in associazioni diverse stimola funzioni diverse.
Consideriamo il radicchio ai ferri, vicino ad un filetto ai ferri e ad un kiwi: qui ho Ferro proveniente da due fonti diverse (radicchio e carne) associato alla vitamina C (kiwi) per farlo assorbire meglio. Questo sarà un pasto adatto ad una donna giovane con ciclo abbondante.
Invece, il radicchio in insalata, con pesce al sale ed ananas sarà più adatto ad una donna in menopausa: la cottura del pesce al sale fa concentrare i nutrienti e stimola il metabolismo, il radicchio crudo apporta acqua di vegetazione, l’ananas ha poi potere drenante.
La tradizione culinaria italiana attraverso la lente della Bioterapia Nutrizionale
Alcuni piatti sono davvero illuminanti.
Le trenette al pesto con patate e fagiolini sono un piatto genovese, quindi pensato da un popolo che vive a stretto contatto con il mare (presenza di Iodio, grande stimolo metabolico e quindi eccitabilità). E’ un piatto tipicamente “sedativo” sia per la presenza di alimenti ricchi di Potassio e quindi miorilassanti (patate e fagiolini), sia per il basilico, i pinoli ricchi di Calcio e la pasta che facilita il passaggio del triptofano attraverso la barriera ematoencefalica.
Ancora, la famigerata caprese, pomodoro mozzarella e basilico è di certo un piatto adatto all’estate, se si è passata tutta la mattina nuotando o giocando a racchettoni sulla spiaggia. Invece non è adatto come pasto in una giornata trascorsa in ufficio. La mozzarella è un formaggio cotto a pasta filata, quindi ricca in grassi saturi, i pomodori sono ricchi in Sali: la conclusione è un pasto altamente calorico, che fa trattenere tanti liquidi e in parte sedativo per la presenza del basilico e del Calcio. Il contrario di un pasto dimagrante o che stimoli il metabolismo!
Per finire due parole sui fagioli con le cotiche, piatto della tradizione contadina, dove i fagioli danno proteine vegetali e zuccheri a lento rilascio (e che quindi sostengono l’energia consumata sul lavoro nei campi) e il collagene di cui sono ricche le cotiche protegge la pelle sottoposta alle intemperie.
La modalità di azione della Bioterapia Nutrizionale
La funzione stimola l’organo e quindi parleremo di stimolo epatico, tiroideo e intestinale.
Un esempio di pasto a stimolo epatico può comprendere scaloppina al limone, cicoria ripassata in padella, pesca bianca. La scaloppina al limone per la presenza della farina e del limone agisce da stimolo epatico, la cicoria, per le sue proprietà drenanti su fegato e colecisti, porta avanti il lavoro della scaloppina e la pesca bianca “chiude” con l’apporto di zuccheri e per il suo potere drenante sul fegato.
Un pasto a stimolo tiroideo potrebbe essere pesce al sale, con insalata e ananas. La modalità di cottura al sale concentra le proteine e lo Iodio, l’insalata fornisce acqua di vegetazione e l’ananas chiude con la sua azione drenante e diuretica sui liquidi.
Un pasto a stimolo intestinale invece potrebbe essere una pasta aglio olio e peperoncino, delle melanzane grigliate e un kiwi. La pasta aglio e olio agisce su fegato e colecisti, le melanzane grigliate e il kiwi hanno invece una azione più spinta proprio sul transito intestinale.
La dieta viene quindi costruita ad hoc sul singolo paziente tenendo in considerazione la storia clinica, l’eventuale terapia, i gusti alimentari e la vita, anche pratica, del paziente.